• Totti: “Dovevo ritirarmi dopo Roma-Torino. Spalletti? Più mi impegnavo più cercava la rottura”

    Teresa Tonazzi
    14/10/2020 - 14:00

    Totti: “Dovevo ritirarmi dopo Roma-Torino. Spalletti? Più mi impegnavo più cercava la rottura”

    TOTTI INTERVISTA – Francesco Totti si è raccontato a Vanity Fair a tutto tondo in un’intervista rilasciata, probabilmente, prima della scomparsa di papà Enzo. L’ex capitano della Roma ha parlato della sua gioventù, del suo ritiro, del rapporto con Spalletti e del mercato giallorosso. Queste alcune delle sue dichiarazioni:

    In trent’anni lei ha rilasciato pochissime interviste.
    Non sono egocentrico. Non sono uno a cui piace parlare, preferisco fare tre passi indietro, nascondermi, sparire, se è possibile. Al mio posto doveva parlare il campo. Con me c’era sempre un rischio. A me piace scherzare, ma dietro una battuta c’è spesso la verità. E la verità certe volte era meglio non esprimerla. Dire quello che sapevo, o che pensavo, avrebbe creato problemi. Avrei fatto solo danni: a me stesso e alla società. Preferivo evitare. Per anni ascoltare tante cose false sul mio conto mi ha fatto soffrire. C’erano momenti in cui per smentire le bugie che raccontavano sui giornali, in radio o in tv, sarei andato in guerra. Preferivo evitare.

    Poi cos’è successo?
    Mi sono abituato, ho capito che il mondo è fatto così. Chiunque dice la sua e ognuno si fa la propria idea. Di quello che dice la gente ormai non me ne frega più niente. Le cose che contano davvero? Oltre alla famiglia, la parola data. Non servono firme, contratti o avvocati. Basta una stretta di mano. Basta guardarsi negli occhi. Ma negli ultimi anni la parola data con me l’hanno mantenuta poco.

    Che ambizione aveva?
    Essere come Peppe Giannini, il capitano della Roma della mia giovinezza. Lo identificavo come il principe di Roma, il numero 10 per eccellenza. Quando mi convocarono in prima squadra chiesi se era possibile dividere la stanza con Peppe. Me lo concessero. Era un sogno ad occhi aperti. Lì, nel letto accanto al mio dormiva la persona di cui avevo il poster in camera. Mi faceva effetto.

    Di lei dicevano che della Roma decidesse campagne acquisti, formazioni, allenatori.
    Tutte ca**ate. Non c’è un solo compagno o allenatore tra i tantissimi che ho conosciuto che possa dirmi in faccia: “Hai deciso, hai chiesto, hai preteso”. Camminerò sempre a testa alta perché mi sono allenato sul campo e non ho mai detto “fai giocare questo o fai giocare quello”. Non ho mai chiesto niente, a parte di poter vincere. È vero, volevo. Volevo giocatori forti come Buffon, Thuram e Cannavaro perché non avevo nessuna voglia di fare il bamboccio mentre gli altri festeggiavano. Qual è la colpa? Dov’è?

    Quanto è stato doloroso il ritiro?
    E’ stato uno schock: rendersi conto di dover lasciare tutto quello che avevo fatto e che ero stato è stato durissimo. Sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma ho iniziato a considerare l’ipotesi solo nell’ultimo anno. Nella stagione precedente avevo capito che non avrebbero voluto rinnovarmi il contratto: però, poi, ogni volta che subentravo cambiavo le partite e facevo gol. Dopo quella con il Torino, dove entrando a 4 minuti dalla fine ne feci due, me lo rinnovarono a furor di popolo. Mi sarei dovuto ritirare in quella sera perfetta, dopo l’apoteosi, come mi suggerì Ilary e ci pensai anche. Poi dopo una notte insonne decisi di continuare, ma il rapporto con Spalletti (lo dice senza citarlo, ndr) purtroppo era già compromesso.

    Il rapporto con Spalletti iniziò a compromettersi prima.
    Voglio fare una premessa: l’allenatore sceglie chi mettere in campo in assoluta autonomia. È giustamente padrone delle decisioni e io non mi sono mai permesso di metterle in discussione né di contestarle. Poi c’è un discorso di umanità e lì le cose cambiano. Più mi impegnavo, più lui cercava la rottura, la provocazione, il litigio o il pretesto. Capii in fretta che in quelle condizioni proseguire sarebbe stato impossibile. Così, per la prima volta in 25 anni di Roma, tra gennaio e febbraio, mollai.

    I suoi compagni non le stavano vicini?
    Alcuni sì e altri no. Temevano la reazione del mister, che potesse dire: “Voi state con lui”. È triste? È brutto? Purtroppo è umano e i rapporti fraterni nel calcio sono ben pochi. Quell’ultimo anno comunque fu un incubo. Mi vedevo superare da giocatori che magari non si allenavano per tutta la settimana e poi la domenica erano in campo. In quei giorni iniziai a ripensare a come si comportava agli inizi, quando ero il capitano, il simbolo, il giocatore indiscusso. E capire che mi stavano dicendo: “Hai quarant’anni, fatti da parte, non rompere i co***oni”, mi fece male.

    Farebbe mai l’allenatore?
    Sarebbe impossibile. Impazzirei. Sono uno che vuole sempre il massimo e pensa che certi errori in serie A non si possano fare. Dovrei diventare severo, aspro, antipatico. Se non ci nasci, figlio di mi***tta, non ci diventi.

    Il suo domani è nella Roma?
    “A oggi non ci penso. Ho un’agenzia di scouting, curo i ragazzi, mi diverto. Sono contento e faccio quello che mi piace”.

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    1. L’atteggiamento da cialtrone, aggressivo, che ti lavorava in pubblico durante le conferenze stampa, mentre Baldini lo supportava nell’ombra, per metterti in cattiva luce e giustificare il suo operato, fu talmente palese da uscirne come “un coniglio bagnato “e tant’è.

    2. Pallotta costretto a vendere senza stadio e perdendoci diversi soldi……Baldini sparito nel fumo di Londra….Baldissoni accompagnato alla porta….e…Spalletti senza squadra….caro capitano direi che hanno FATTO TUTTI la FINE che MERITAVANO…..

      1. Condivido in pieno ogni tua singola parola.
        Gente che considera Spalletti un grande allenatore… roba che l’unico campionato che ha vinto è quello russo!
        TOTTI È LA ROM!
        Chi gli è contro merita Pallotta presidente, Monchi ds, Baldini consulente e Baldissoni ad.

    3. Che dire? Ennesimo schiaffo a chi ancora sostiene gente come Spalletti e compagnia cantante. TOTTI E’ LA ROMA,IERI ,OGGI E DOMANI. STOP.

    4. Purtroppo Spalletti lo conosciamo bene, pregi e difetti. E’ stato l’allenatore più bravo che abbiamo avuto negli ultimi 20 anni, tant’è che ha ringiovanito lo stesso Totti inventandolo come centravanti e facendogli vincere la scarpa d’oro, abbiamo vinto trofei e sfiorato lo scudetto. Purtroppo ha sofferto la situazione dove è stato abbandonato dalla società (inesistente degli ultimi anni) nella gestione dell’addio di Totti ed ha tirato fuori tutta la sua asperità caratteriale e permalosità nel fargli capire che doveva smettere. La colpa in primis è stata della società a mio avviso, e poi hanno sbagliato sia Spalletti dove si è accanito nei confronti di Totti e lo stesso Totti quando ha iniziato a fare conferenza stampa autonome, offese a spalletti tramite Ilary o costanzo. Francesco lo comprendo, sono poco più piccolo di lui, anche caratterialmente sono un buono che quando poi si trova a sbottare sbaglia i modi, però mi piacerebbe che ne uscissero da uomini, soprattutto Spalletti che è più grande e che ha vissuto momenti bellissimi con la Roma e la sua carriera vanta la gestione di un campione simile che si chiedesero scusa e chissà che magari uniscano le forze per tornare a roma da DT e allenatore riportandoci a vincere.

      1. Ma che ti inventi la storia? Semmai è Spalletti che ha avuto la fortuna di avere Totti. Sempre più scemenze scrivete.

      2. Stai sognando e comunque Spalletti è uscito dalla diatriba da tempo mentre Totti,buono com’è, è un rancoroso arrogante cui non è bastato essere il più grande giocatore della Roma.

      3. Non sono d’accordo.
        Degli ultimi vent’anni l’allenatore più ‘bravo’ come impatto sulla mentalità del gruppo e per i risultati è stato senza dubbio Fabio Capello. Lo scudetto sfiorato vedeva in panchina Claudio Ranieri in quel, maledetto, Roma Sampdoria.
        Il resto: offese a Spalletti da parte di Ilary o dell’entourage di Totti, mi sembrano più una ricostruzione gossippara.
        Spalletti fa bene a pretendere di essere pagato dall’Inter ma caratterialmente ha sbagliato tanto, sia nella prima che nella seconda parte a Roma. Con Totti è arrivato a meritarsi il disprezzo della stragrande maggioranza della città e una conseguente damnatio memoriae che gli spetta completamente.
        Francamente spero che nessuno a Roma faccia mai un passo indietro in questo senso.

    5. Immenso e un signore di altri tempi . Sono stati presi ad esempio alcuni personaggi ignobili, su tutti Spalletti, Baldini, Sabatini, solo perchè hanno trovato la notorietà sparlando del più grande giocatore della storia della Roma ……..peccato che ci sono anche i soliti 4 gatti che gli sono anche andati dietro !!! Condoglianze Capitano

    6. io sto sempre con Totti .. di lui mi sono sempre fidato perche’ e’ una persona buona oltre che un gran Campione .. dei suoi nemici .. inutile un mio commento .. non ne vale la pena ..

    7. 786 Presenze con la sua maglia della AS MAGICA ROMA!!
      307 GOAL 250 solo con la maglia della AS MAGICA ROMA…Dove ci ha fatto godere come Lupi!!
      Tu resterai unico, immenso gli altri omini invidiosi di te erano gregari, e sono rimasti gregari rosiconi!!
      FORZA MAGICA ROMA!

    8. Ho iniziato in Curva Sud….per poi andare in Tevere e infine Monte Mario….ma in campo Te eri sempre presente. Grazie mio Capitano

    9. Spalletti e’ un allenatore mediocre che ha campato sullo schema Totti (palla a Totti che smista alle ali) prima e con Totti che gli ha salvato le partite ed una squadra con Dzeko+Salah dopo.
      Negli ultimi vent’anni, ci sono stati allenatori molto piu’ bravi della crapa pelata: Zeman, Capello, Luis Enrique, Di Francesco (che, ricodiamolo, ci ha portato in semifinale di Champions league).
      Tant’e’ vero che all’Inter ha ricevuto un calcione dopo un anno.
      Ai cretini che affermano che Totti avrebbe fatto la panchina al Real: Francesco e’ tra i primi 20 trequartisti di sempre per France Football.

    10. Tutti questi record questa valanga di gol fatti per vincere cosa? Dopo 25 anni di record personali al tifoso romanista che eredita’ di titoli di squadra vinti ci ha lasciato? Quasi nulla

    11. TOTTI TUTTA LA VITA IO LO FAREI GIOCARE ANCHE ADESSO ANCHE COME TERZINO DX
      SICURO FAREBBE MEGLIO DI QUELLI CHE CI SONO
      SEI UN MITO
      FORZA ROMA
      FORZA TOTTI
      ABBASSO SPALLETTI

    12. Quando Totti ( i suoi discepoli capiranno che non era questione di antipatia ma ormai il suo fisico non reggeva più i ritmi sarà sempre troppo tardi. La squadra con lui giocava in dieci, lo vedevano tutti, ma soprattutto lo vedevano i suoi compagni di squadra e il loro malumore era noto. Fare qualche gol entrando nel finale piazzandosi da palo nell’area di rigore avversaria non basta. La storia del calcio è stracolma di grandi campioni che non accettavano il passare degli anni e pretendevano di giocare anche con le stampelle. Il guaio a Roma è che c’è una bella parte della tifoseria fatta da ebeti, incompetenti e in malafede (basta leggere i commenti), che è una delle ragioni che spiegano come ma la Roma ha vinto nella sua storia poco più di una cippa…

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