Milan-Roma. Spalletti: “Secondo posto come lo Scudetto. Totti? Mettiamo il suo nome su tutte le maglie”

Redazione RN
06/05/2017 - 15:10

Milan-Roma. Spalletti: “Secondo posto come lo Scudetto. Totti? Mettiamo il suo nome su tutte le maglie”

CONDFERENZA STAMPA AS ROMA – Si avvicina il match tra Milan e Roma. Oggi alle 14.00, mister Spalletti incontra i giornalisti in conferenza stampa a Trigoria per introdurre il match in programma domenica alle 20.45 al Meazza.

DA TRIGORIA
Riccardo Casoli e Martina Spaccatini
LA CONFERENZA STAMPA:

Spinelli, Roma Radio: “Dal derby a Milan-Roma come ha visto la squadra fisicamente e mentalmente?”
“C’è stata la reazione giusta. La squadra è dispiaciuta, c’è tanta amarezza. Io poi me la sento tutta addosso quest’amarezza. È chiaro poi che l’espressione che conta è quella del lavoro, e viene fatta in fondo al campionato. Com’è sempre successo si perdono delle partite, diventa fondamentale quello che avviene nel corso della partita successiva. Per capire che qualità hai e che impegno hai messo. C’è l’esame della classifica a fine campionato. Questa diventa una partita fonamentale, c’è in ballo una posizione netta. Ci voleva una reazione e c’è stata. Ora andiamo a giocarci una partita difficile”.

Giannini, Roma Tv: “Si aspetta una partita con insidie differenti rispetto all’andata?”
“L’espressione della tua qualità si vede nel lungo tragitto. Io penso che il Milan abbia perso un po’ di smalto dall’andata. Lì ci mise davvero in difficoltà, specie nel primo tempo. Con palleggi ed esterni alti. Hanno mantenuto molte qualità. In questo periodo, dove i risultati non gli danno ragione, hanno vissuto episodi che non li hanno premiati per il valore di quegli episodi. Non deve far testo sotto l’aspetto della squadra che andremo a trovare. Sono stimolatissimi, con un tecnico che prepara bene le partite. Quello che io dirò ai miei calciatori nell’aspettarsi l’avversario che sarà quello della partita d’andata. Hanno qualche innesto, anche se giovane e inesperto, ma di assoluta qualità e futuro. Da un momento a un altro, in un luogo o nell’altro, esprimeranno tutto il loro valore”.

Mangiante, Sky Sport: “Monchi ci ha svelato un segreto, ha detto che è venuto per Spalletti, questo corteggiamento è iniziato?”
“Quello che lui ha detto di noi fa piacere, è una visione che viene pulita che viene da fuori, uno non è inquinato su quello che si dice del luogo, la guarda con la sua professionalità e arriva qui e dice “ma mi sembra che tutto sommato la Roma stia facendo un buon lavoro”, poi è chiaro che ci sono delle cose che si tenta di migliorare, però lui ha espresso un parere positivo, dall’estero hanno quella visione che lui ha raccontato a noi, ha fatto piacere a me confrontarmi con il numero uno dei direttori”.

Zucchelli, La Gazzetta dello Sport: “I manichini?”
È un episodio che non appartiene ai tifosi né della Roma né della Lazio. Fa parte di persone deviate, che hanno dei problemi. Tifare è sostenere, amare, gioire, criticare, dispiacersi. Iniziative come quelle mi evidenziano solo odio, cattiveria, livore gratuito. Come quello che ho ricevuto nell’articolo di Vocalelli, quando poi tira in ballo i miei figli dentro un suo articolo per attaccare me. Io ho domandato, ho chiesto la domanda che Vocalelli mi aveva proposto di fargli, i miei figli mi hanno detto che ha ragione lui. Ci sono partite che dovevamo sviluppare meglio. Per cui gli hanno dato ragione. Ma preferirebbero non essere tirati in ballo nei suoi articoli di analisi sulla Roma. Loro sono studenti che vanno a scuola e che andrebbero lasciati vivere senza alcun commento da una firma importante come lui”.

D’Ubaldo, Corriere dello Sport: “Ha detto che il secondo posto era un obiettivo importante, la Roma per essere sicura di ottenerlo deve vincerle tutte. Se la Roma finisse al 3 posto sarebbe un fallimento?”

“Un fallimento mi sembra utopia. Proviamo a chiederlo a sette-otto squadre se finire terzi è un fallimento. La Juve in questo campionato ha detto “nessuno può mettere mano al primo posto”. Poi ci rimane l’altro obiettivo, perseguibile tramite tante partite. Questo accesso diretto ce lo giochiamo con il Napoli, che è a detta di tutti è una delle squadre più forti d’Europa. Loro sono i detentori di questa posizione. Tu che sei a insidiargliela hai lavorato bene. Perché loro sono arrivati secondi. Anzi, ti amplio l’analisi. Quando siamo partiti ad allenare la Roma io e te (riferendosi a Guido D’Ubaldo del Corriere dello Sport, ndr) eravamo a cinque punti dall’Inter e a una decina dal Napoli. Quindi vediamo dove si finisce. Ci sono state partite che sono state determinanti dove non abbiamo espresso tutta la nostra qualità, non caricando bene il nostro valore. Non abbiamo evidenziato la nostra totalità al meglio. Ora siamo tanti punti avanti all’Inter…”

L’obiettivo?
“Lo crei tu. Il tuo obiettivo è quello di vincere il campionato, così tutto quello che c’è sotto resta lì. C’è sempre un lavoro però. Io ho sempre detto che bisogna vincere e l’ho confermato. Nel lavoro ci sono momenti in cui la squadra perde un giocatore e tu devi rimpiazzarlo. Cose che fanno parte del calcio. E poi dico che in generale la squadra ha lavorato bene. La Roma è forte e ha perso delle partite, ma non è in alto mare come si pensa in questo momento qui. È una squadra che deve far vedere la personalità di uscire da una sconfitta in cui non ha dato tutto, avendo una reazione più forte del dovuto. Quello che ha concesso deve trasferirlo in questa partita”.

Se si arriva terzi però…
Sei un bell’uccello del malaugurio eh… Ma non ci fa timore andare a giocarsi la partita contro il Milan e contro la Juventus, che son quelle che faranno la differenza. Fino a questo punto qui ci siamo arrivati con le nostre forze. Loro, battendoci domenica, hanno dato un bello scossone alla classifica. Però si va a giocarla e si fa vedere il nostro valore. Se si arriva secondi è come vincere il campionato. Se s’arriva terzi si è fatto un lavoro importante. C’è la partita contro il Porto, contro il Lione, i derby contro la Lazio… poi tutte le altre non le cito, ma sono quelle che s’è vinto e portato a casa. Si continua a lavorare nella ricerca di dare alla Roma e ai tifosi della Roma una visibilità internazionale e più importante possibile. Il terzo posto è una posizione nobile”.

Russo, Rds: Totti? È giusto che un club decreti la fine di un giocatore o deve farlo il giocatore stesso?

“Per me diventa difficile dirlo. Ci sono dentro fino al collo, tirar fuori tutto è difficile. Dico di aspettare a dare degli aggettivi a Monchi, che in conferenza ha riportato solo la condizione contrattuale di Totti. Ha in mano questo e riporta questo. Essendo nel momento più importante della sua carriera, essendo attaccato alla Roma, Francesco vuole aspettare la fine del campionato preferisce fare silenzio per fare attenzione al finale di campionato. Questo penso io, non lo so. Si tratta di riportare le cose dette con coerenza. A me sembra di capire che a voi stiano più a cuore le sue situazioni piuttosto che quelle di altri. Ma ci sono le situazioni di venti giocatori. Nel raccontare Totti si finisce sempre per essere un articolo in cui si osannano i suoi numeri. Quando si fanno le formazioni non si vedono i gol di due anni fa ma gli allenamenti di oggi. Nell’episodio di Dzeko si dice: ‘lui lotta per la classifica capocannonieri’. Ma dove sta scritto? È un’opinione vostra e distorta. La gestione di Totti deve gestirla il presidente. Se lui volesse esce fuori e mette a posto tutto. Se non c’è qualcuno che parla del suo entourage, è segno che si arrivi in fondo al campionato perché è interessato a quel pensiero. Sarebbe più facile se lo dicesse andando a richiedere le cose che devono essere valutate dalla società. Ma Monchi non ha detto niente, ha ripreso pari pari quello che ha trovato. È già apparecchiato, mangia la roba che ha sul tavolo. Poi per quanto riguarda la maglia, c’entro da solo nell’argomento. Siamo a fare valutazioni che non stanno né in cielo né in terra. Se fossi uno che gestisse la società non farei mai morire la numero dieci. Togliere la maglia è mortificazione, non esaltazione. Prima di Totti l’aveva Giannini, poi è venuto Totti. È un modo di ragionare obsoleto e vecchio. Si vuol ricordare Totti bene? Si scrive in tutte le maglie. Uno se lo può infilare anche dentro, rimane da una parte. Che si fa, si leva la maglia? No, ci si ruzzola dietro quello che hanno fatto gli altri. Che bei ruzzoloni. E quello che ambisce a giocare con la maglia di Totti? Quale traguardo avrebbe? Teniamola viva la dieci, perché deve continuare a vivere il numero col quale Totti ha fatto grandi giocate. È insopportabile in questi tempi sentir sostenere questo”.

Parisi: “La Roma è andata in difficoltà con Napoli e Lazio che hanno un tridente importante, con Strootman e Rudiger esplulsi si torna alla difesa a quattro?

“È una visione corretta. Nelle ultime partite abbiamo giocato con la difesa a quattro. Ci sono meno scalature da fare, loro proponendo i quattro attaccanti si vanno a incastrare. Sono bravi a spingere con i terzini. Noi si vuole fare delle scelte corrette”.

Fagnano, Rete Sport: “Se Totti non avesse rinnovato lei sarebbe andato via, così ha detto. Chiarisce questa sua posizione?”
“Se ne riparla a fine campionato. Anche qui si è creato spazio in eccesso. C’è il 60% dei tecnici italiani che non si sa dove alleneranno l’anno prossimo. Questo pezzettino di campionato può dire moltissimo, c’è tanta roba per la posizione che dobbiamo raggiungere. Ci sono partite difficili, Milan e Juve. Montella è un allenatore di rango che ha fatto bene da tutte le parti, apprezzato da tutti. Sarà difficile”.

Ziantoni, Tele Radio Stereo: “Grenier e Gerson?”
“È una mia gestione. Quando non utilizzi un giocatore per molto tempo e vai fuori da alcune competizioni può succedere, hai meno chance per far ruotare. Ho penalizzato Gerson e ho fatto giocar poco anche Grenier. Ma nel far giocare De Rossi non ho fatto giocare un giocatore che ha sbagliato completamente partita. Si tratta di passaggi nella lunghezza del campionato di cui bisogna assumersi le responsabilità. E posso anche aver fatto male”.

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  1. L’espressione della tua qualità si vede nel lungo tragitto.
    Uno che parla così è meglio che si ritiri, prenda un lungo periodo di riflessione, magari in Groenlandia, e decida se vuole continuare a fare l’allenatore di calcio.

  2. Nessuna che gli chieda della fase di non possesso della Roma…Per me è invece la cosa peggiore che fa…Chiunque ti arriva al limite dell’area con 3/4 passaggi, anche il Pescara o il Palermo…La Roma non sa cosa significhi chiudere gli spazi all’avversario o raddoppiare una marcatura…

  3. Troppe chiacchiere , come il suo compaesano politico che ha rovinato e sta continuando a rovinare l’ Italia ! Con la Lazio secondo il mio modesto parere ha sbagliato formazione , e poi quel gioco da quattro soldi non lo fanno nemmeno i dilettanti allo sbaraglio . Partita vergognosa .

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